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venerdì 18 novembre 2011

Addio al polo di Azzano Mella

Le carte adesso finiscono in Procura per un sospetto abuso d'ufficio

AZZANO MELLA - Addio al polo logistico di Azzano Mella che avrebbe ospitato un centro intermodale merci di Esselunga, tra i più grandi d'Italia. Il Tar di Brescia ha accolto i ricorsi presentati dai comuni di Capriano del Colle e di Dello, dal Parco regionale del Monte Netto e Legambiente dichiarando illegittima la cementificazione di 400mila metri quadrati di terreni agricoli come era nei progetti della Sa-Fer srl, che aveva ottenuto il via libera dalla precedente giunta del comune bassaiolo e dagli uffici dell'assessorato provinciale al Territorio. Via libera illegittimo dichiara la prima sezione del Tar (presidente Giuseppe Petruzzelli), accogliendo tutte le censure mosse dai legali dei ricorrenti: mancava la valutazione ambientale strategica, la Via necessaria per piattaforme così estese; ma anche il permesso di costruire non era in regola visto che arrivato dopo il Piano di governo del Territorio.

Quindi la Provincia (l'assessorato al Territorio di Romele aveva dato l'ok anche se l'area è considerata agricola strategica), Sa-Fer e comune di Azzano dovranno pagare 21mila euro di spese legali ai ricorrenti. Ma non è finita qui la vicenda avrà anche risvolti penali (già toccati nell'aprile scorso in occasione dello scandalo Stabiumi, proprietario di gran parte dei terreni venduti sottocosto a Sa-Far). E' infatti finito nei guai l'architetto Mauro Salvatori per un presunto caso di abuso d'uffici: era sia progettista dell'intervento che estensore del pgt della precedente giunta guidata da Franco Gaspari (sindaco) e Umberto Ferrari (vicesindaco).

Grande soddisfazione per il sindaco di Dello Ettore Monaco, che ha proseguito la battaglia legale intrapresa dal suo predecessore (Giovanni Pigolotti) andando fino in fondo nel ricorso: «Questa sentenza dimostra che serve concertazione quando si tratta di progetti impattanti per il territorio. I singoli egoismi sono destinati a perdere». Esultano anche gli ambientalisti che da tre anni (dopo una dozzina di manifestazioni e 5mila firme di contrarietà raccolte) si battono contro la cementificazione del suolo e le controindicazioni per l'ambiente (il polo avrebbe portato 2400 veicoli al giorno sulla provinciale Quinzanese ormai al collasso). Esulta Legambiente «Siamo felici di aver fermato l'ecomostro della Bassa - dichiara no in una nota stampa Gabriele Pellegrini, del direttivo regionale di Legambiente e il presidente regionale Damiano Di Simine - ma è arrivata l'ora di dire stop al consumo di territorio, e di farlo cambiando le leggi che permettono di realizzare capannoni attraverso sportelli unici e varianti urbanistiche. Il Consiglio Regionale da due anni ha in mano 13.000 firme in calce alla nostra proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela del suolo: cosa aspettano i nostri rappresentanti a portarla al voto? Quanto cemento dovrà spargersi ancora sui nostri campi prima che la Lombardia abbia una legge che tuteli il suolo?»

Pietro Gorlani, Corriere della Sera - Brescia, 17 novembre 2011

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